“Risvegliate la vostra coscienza e seguite la vostra anima; abbiate cura del vostro corpo e vivete nella dimensione dell’Amore. Che la leggerezza e la gioia siano di voi. Che voi lo possiate scoprire, che voi lo possiate praticare: lì sta la vita!” Con questa frase ho fatto, e vi faccio, i miei migliori Auguri per l’anno che verrà. Lo so, sembra tanto una retorica esistenziale che un tempo non avrei potuto nemmeno immaginare.

papa_francescoPoi la vita, inesorabile nel suo fine, a volte con dolcezza, a volte a calci e a gomitate, mi ha fatto incontrare la coscienza e il significato vero delle cose. Oggi aiuto gli altri a ritrovare il loro senso, perché sento di dover restituire ciò che io stesso ho ricevuto.E vi assicuro che di retorico non c’è proprio niente: nella sofferenza, nella malattia, nelle difficoltà, di ogni ordine e grandezza, c’è questa verità. Una verità oscurata da una civiltà e da una cultura che non contemplano i principi più naturali e spirituali dell’esistere. Molte volte, anche in questa rubrica, ho sottolineato i paradossi dei nostri comportamenti e dei nostri atteggiamenti; molte volte vi ho raccontato di casi risolti semplicemente riconoscendo quegli stessi paradossi; altre volte vi ho proposto una riflessione con la speranza che potesse esservi d’aiuto a capire oltre l’apparenza, oltre la superficialità del nostro vedere. Cosa augurarvi quindi, se non un anno all’insegna della vita vera, della salute, della felicità, dell’Amore. Pensate che stia parlando di fortuna? Certo che no! Se non quella che aiuta gli audaci. Ma l’audacia, alla quale mi riferisco, è connessa proprio al risveglio di coscienza, alla consapevolezza, alla crescita personale, alla responsabilità delle proprie decisioni. Oggi abbiamo una conoscenza che non ha precedenti nella storia dell’umanità, ma da sola non basta. Deve essere accompagnata da una riflessione che riconosca l’errore di fondo con il quale guardiamo alla realtà, per andare a riprendersi – niente di più e niente di meno – ciò che è già scritto nella nostra natura e nelle nostre potenzialità. Ogni “crisi”, come ogni sofferenza o malattia, risulta da un’opposizione, da un conflitto, da un mal funzionamento; questa è una fase storica, che rivendica la necessità di un radicale cambiamento ma, questa volta, il cambiamento riguarda la coscienza di ognuno di noi. Siamo al capolinea di un modello valoriale, educativo, sociale ed economico, di forte conflitto, perché tradisce di fondo il processo di affermazione/evoluzione della vita stessa. Tocca, e spetta, ad ognuno di noi rendersene conto; tocca, e spetta, ad ognuno di noi fare la propria parte per sé stessi e per il mondo che verrà. Voglio lasciarvi, questa volta, con un discorso di Papa Francesco. Non so quando esattamente sia stato fatto, ma certo è che interpreta perfettamente questa verità universale e, soprattutto, racconta del processo della vita per quello che è. Questo “modo di fare religione” non è dissimile dal mio modesto “modo di fare vita”, da laico che sono. Così dovrebbe essere, perché la verità è una sola, semmai diverse possono essere le strade per arrivarci. Tutto il resto poggia sull’arroganza, sulla disperazione, sull’alienazione, anche quando si veste di credibilità formale.

Papa Francesco ha detto: “Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticare che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in declino. In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano. Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni. Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi. Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato. Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide, incomprensioni e periodi di crisi. Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado di viaggiare dentro il proprio essere. Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia. È attraversare deserti fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima. È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti. È saper parlare di sé. È aver coraggio per ascoltare un “No”. È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta. È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono. Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice. È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”. È avere il coraggio di dire: “Perdonami”. È avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”. È avere la capacità di dire: “Ti amo”. Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice… Che nelle tue primavere sii amante della gioia. Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza. E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo. Poiché così sarai più appassionato per la vita. E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta, ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza, utilizzare le perdite per affinare la pazienza, utilizzare gli errori per scolpire la serenità, utilizzare il dolore per lapidare il piacere, utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza. Non mollare mai… Non rinunciare mai alle persone che ami. Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!”