COME (E PERCHÉ) ARRIVARE ALLA VACCINAZIONE CON IL SISTEMA IMMUNITARIO PRONTO A RICEVERLO
Risponde il Dott. Diego Tomassone (medico chirurgo, nutrizionista clinico, specialista in omeopatia hahnemanniana – master in malattie pediatriche complesse – master in PNEI – laureando in fisica e bioingegneria)

Un anno dal primo lockdown e siamo ancora nella condizione di dover dichiarare zona arancione metà Italia e zona rossa l’altra metà (lockdown mezzo/mezzo insomma), usando una terminologia tecnica colorata mutuata dalle classi di rischio idrogeologico (che purtroppo conosco molto bene fin dall’ormai lontano 2018!), anziché cercare di arginare veramente il problema (si è però recepito che i DPCM solo illegittimi quindi passiamo ai Decreti Legge). Pur capendo in parte il perché di queste misure restrittive, non le condivido perché oltre a non servire a nulla, potenziano solo la rabbia, la frustrazione e direi anche la paura.
LA VERA SOLUZIONE SAREBBE STATA FIN DA SUBITO QUELLA DI CREARE UNA MAXI-RETE DOVE LA MEDICINA TERRITORIALE SI SAREBBE FATTA CARICO DEI PAZIENTI NON CRITICI, CURANDOLI A CASA, E RISERVANDO I POCHI POSTI LETTO A COLORO CHE VERAMENTE NE AVEVANO BISOGNO.
Purtroppo (non) curando utilizzando inspiegabilmente tachipirina e vigile attesa, si è arrivati al collasso perché la vigile attesa significa far progredire l’infezione.
Dico inspiegabilmente perché negli anni si è creata una resistenza agli antibiotici pazzesca proprio dovuta al fatto che gli stessi venivano prescritti in qualsiasi manifestazione, anche se non necessari e spesso in associazione ai cortisonici, mentre qui nella malattia Covid, dove spesso sono necessari, ripeto inspiegabilmente, sono stati negati!
Questa “politica sanitaria iperuranica” e spesso lontana dalla realtà è difficile da accettare, perché tante persone hanno sofferto e sono morte quando molto probabilmente potevano essere salvate ed evitare magari di passare gli ultimi istanti di vita in ospedale lontano dai loro cari.
LA MALATTIA COVID SI CURA TRANQUILLAMENTE IN UNA ALTISSIMA PERCENTUALE DI CASI A CASA, DOVE SI POSSONO MONITORARE I PARAMETRI, INTERVENIRE AI PRIMI SINTOMI, ED AVERE IL CONFORTO E SUPPORTO PSICOLOGICO (FONDAMENTALE!) DEI PROPRIO AFFETTI.
Come si cura? Vista la situazione ricordo e invito tutti a continuare se iniziata, o iniziare se ancora non lo si è fatto, la “Profilassi III ondata”, perché ESPERIENZA INSEGNA CHE UNA SOLIDA BASE DI PARTENZA CON SISTEMA IMMUNITARIO FORTE E IN EQUILIBRIO, È FONDAMENTALE PER NON AMMALARSI, O COMUNQUE PER AMMALARSI IN FORMA BLANDA. INVITO ULTERIORMENTE CHI SI DOVESSE VACCINARE, A PREPARARSI SEGUENDO LA RELATIVA “PROFILASSI VACCINO”, PERCHÉ ARRIVARE ALLA VACCINAZIONE CON IL SISTEMA IMMUNITARIO PRONTO A RICEVERLO (A MAGGIOR RAGIONE TRATTANDOSI, DI FATTO, ANCORA DI UNA SPERIMENTAZIONE!), È QUANTO MAI NECESSARIO PER AUMENTARNE L’EFFICACIA E RIDURRE GLI EVENTUALI RISCHI DI FENOMENI AVVERSI. Più di così penso non possiamo fare.

CHE COSA FAVORISCE LA PROGRESSIONE DELLA MALATTIA COVID-19?
Risponde il Dott. ALESSIO MAZZONI (dottorato in oncologia medica e chirurgica ed immunologia clinica – Premio giovani ricercatori edizione 2020 categoria Covid-19 – pubblicato su The Journal of Clinical Investigation)
“COVID-19 è una malattia multifasica: inizialmente si ha una fase precoce nella quale la patologia, di grado lieve-moderato, è confinata alle alte vie respiratorie; SE LA RISPOSTA IMMUNITARIA NON È CAPACE DI LIMITARE LA REPLICAZIONE VIRALE, SI PROGREDISCE VERSO IL SECONDO STADIO DELLA MALATTIA, CON COINVOLGIMENTO POLMONARE ED EVENTUALE IPOSSIEMIA (RIDUZIONE DELLA SATURAZIONE DI OSSIGENO NEL SANGUE). L’instaurarsi dell’ipossiemia è accompagnata da una deregolata risposta immunitaria che, incapace di eradicare l’infezione virale, porta alla produzione di molecole pro-infiammatorie, note come citochine, che raggiungono alti livelli nel sangue (tempesta citochinica). Tale evento è accompagnato da manifestazioni sistemiche tipiche del terzo stadio della malattia, il più grave, con il coinvolgimento di più organi e apparati. Da quanto detto, ne consegue che la comprensione dei meccanismi che regolano la risposta immunitaria nei confronti di SARS-CoV-2, ma anche la deriva patologica in cui può sfociare una risposta immunitaria incontrollata sono essenziali al fine di comprendere meglio le varie fasi di progressione della malattia COVID-19 e ampliare lo spettro delle opzioni terapeutiche. In questo studio, realizzato presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze, abbiamo effettuato una caratterizzazione della risposta immunitaria su 30 pazienti COVID-19 ricoverati presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze nel mese di marzo 2020. Abbiamo osservato che i pazienti COVID-19 mostrano, nel sangue periferico, un marcato deficit numerico di alcune popolazioni di cellule dell’immunità note come linfociti T, linfociti B e cellule Natural Killer (NK). In aggiunta, queste cellule hanno una ridotta capacità di produrre molecole ad azione antivirale come le citochine IFN-γ e TNF-α e le molecole Granzima A e Perforina. Tali alterazioni sono maggiormente evidenti nei pazienti gravi che richiedono ricovero in terapia intensiva. Il peggioramento della malattia è inoltre associato all’incremento dei livelli sierici di interleuchina (IL)-6, una citochina pro-infiammatoria. Tale incremento dello stato infiammatorio sistemico è responsabile della ridotta funzionalità delle cellule NK, tanto che il blocco selettivo dell’azione di IL-6 tramite il farmaco Tocilizumab permette di ripristinare la loro attività.
IN CONCLUSIONE, ABBIAMO DIMOSTRATO CHE LA PROGRESSIONE DELLA MALATTIA COVID-19 È ASSOCIATA AD UN INCREMENTO DELLO STATO INFIAMMATORIO SISTEMICO, CHE A SUA VOLTA È RESPONSABILE DEL BLOCCO DI ALCUNE FUNZIONALITÀ ANTIVIRALI DEL SISTEMA IMMUNITARIO. Si instaura quindi un circolo vizioso che impedisce l’eradicazione del virus. La neutralizzazione dell’azione di IL-6, una delle proteine responsabili dell’infiammazione sistemica, permette di ripristinare alcune funzionalità antivirali soppresse delle cellule NK. L’utilizzo di farmaci capaci di contrastare la tempesta citochinica nelle fasi avanzate di malattia può quindi avere il duplice effetto di ridurre i livelli di infiammazione sistemica e promuovere la riattivazione di funzionalità immunitarie antivirali.”

SIAMO E MERITIAMO MOLTO DI PIÙ DI QUELLO CHE CREDIAMO E DI QUELLO CHE CI HANNO FATTO CREDERE… SCOPRILO!
Per saperne di più:
Dr. Corrado Ceschinelli
348.8526528