Con diverse persone che incontro è inevitabile parlare della situazione attuale. Molte di loro mi chiedono una parola di conforto, una qualche forma di aiuto o, più semplicemente, maggiori informazioni. Mi rendo conto che uscire dalla visione generalista – che risuona in ogni dove, per bocca di chicchessia – sia cosa ardua e impegnativa, ancor più quando viene da personaggi ai quali abbiamo affidato il nostro credito. Devo anche dire, che la verità ha un potere rivelatore e taumaturgico contro ogni tipo di menzogna e di plagio, un potere del quale non ho nessun particolare merito anche se mi sento onorato di poterla “indagare” con il mio interlocutore di turno, scoprendo assieme a lui la realtà distorta alla quale si è rassegnato. Ogni volta che mi prendo il tempo e la pazienza di condividere alcune riflessioni ed evidenze contradittorie, il risultato è sempre lo stesso: “È vero! Hai ragione! Non ci avevo pensato!”, al quale fa seguito sempre: “Voglio saperne di più! Cosa posso fare? Cosa mi consigli?”, ecc. A cosa alludo in particolare? A quello che possiamo accedere tutti, pur ammettendo che, con i messaggi che il nostro sistema sociale ci propone, è molto più facile cadere nella rete dei “falsi profeti” piuttosto che affidarsi a saggi equilibrati.
“Eppur si muove”, diceva il grande Galileo. È quindi, mettendo in fila i principi dell’Universo con le leggi che animano la vita, in relazione alla sofferenza del genere umano, con la follia di un’economia devastante la salute e il pianeta, con la pochezza narcisistica e l’irresponsabilità della classe politica e intellettuale, non è difficile generare dubbi, sospetti e un briciolo di pensiero critico.
Comincia così la nostra redenzione, riconoscendo una realtà fin troppo taciuta e dimenticata, che dobbiamo riscoprire, opponendoci, resistendo a tutto ciò che è contro la vita.
Questa mattina parlando con Ivan e poi con Gaia (due coscienze sicuramente “fuori dal coro”) a proposito del “cosa fare”, mi è sorto l’esempio della “Resistenza”, e della necessità di diventare “partigiani” del XXI secolo.
Come è stato allora, grazie alla volontà di poche persone che si sono spese, immolate, sacrificate per la libertà di tutti, per un futuro migliore. Solo che questa volta non ci sono carrarmati e fucili spianati contro cui battersi, ma un’apparente stato di buonismo, una persuasività accomodante, generata da una propaganda nefasta, che, poco o tanto, condiziona tutti: è la Matrix della situazione, il plagio generale della mente e della coscienza o la quintessenza dell’ego. Un’idea di “normalità” della quale è pressoché impossibile vederne e riconoscerne l’alienazione. Insomma, il nemico è invisibile, e si giova di una propaganda e di un’influenza che passa, in primis, dal contributo e dall’azione inconsapevole di ognuno di noi, come uomo, donna, genitore, insegnante, medico, politico, prete, commentatore, giornalista, intellettuale, ecc. Tutto si crea e si riproduce all’interno di questo sistema, intorno agli interessi che si sono costituiti e in una modalità di relazioni umane basate sugli stessi principi di separazione e di sopraffazione propri del sistema, in una modalità illusoria basata sul possesso materiale e sulla vanità egoica del proprio status.
Come uscirne? Come dicevamo, con l’azione di pochi “partigiani” illuminati. Persone che, per qualsiasi ragione, hanno incontrato questa consapevolezza e l’hanno fatta diventare ragione di vita e di riscatto; persone che hanno ritrovato il fuoco e la passione della verità, che è la prerogativa della forza di cui parlavo all’inizio; persone che sentono il dovere morale di adoperarsi per il bene e il futuro stesso dell’umanità.
Questa volta, pur essendo vero che il nemico è più subdolo e mimetizzato, è anche vero che la questione e la missione sono più chiare ed evidenti. In gioco non c’è più la libertà fisica dall’oppressione, non si tratta più di smascherare i complotti e le trame offensive dei potenti: questa volta, si tratta di ritrovare, di recuperare dentro di sé, il barlume della saggezza e della verità, della propria essenza e dignità esistenziale.

Senza questo lavoro, ci troveremo a fare i conti con il danno e le beffe, per non aver dato credito ad una realtà inconfutabile.
I “partigiani” del XXI secolo non hanno bisogno di ritorsioni cruente, ma solo di seminare, promuovere e favorire una cultura e un’educazione alla vita, basate sul recupero dell’integrità fisica, morale e spirituale e, non per ultima, di una lucidità mentale che consenta di distinguere il vero dal falso. La loro forza viene dalla verità, dal profondo dell’anima, dall’apertura del cuore, e dalla capacità di mettere a nudo la macchinazione di una civiltà deviata, Coronavirus e vaccini compresi. È necessario, auspicabile, urgente, prima che sia tardi.

Corrado Ceschinelli