Parafrasando una dichiarazione di Ralph Waldo Trine (1866 – 1958)

Verrà il tempo in cui il compito del “Terapeuta” non sarà guarire solo il corpo, ma sarà guarire anche lo spirito. Il vero “Terapeuta” sarà un filosofo, un’insegnante, una guida, e la sua preoccupazione, la sua missione, sarà mantenere la gente in buona salute (Ippocrate: “Io non curo le malattie, ma insegno la salute”). Suo dovere sarà quello di promuovere, preventivamente o attraverso la sofferenza, una conoscenza e una consapevolezza che salvaguardi il potenziale naturale che è in ogni essere vivente e nei principi stessi della vita che tendono, per legge propria, alla salute, alla bellezza, alla gioia.

Prerogativa fondamentale sarà che il “Terapeuta”, in prima persona, sia interprete e praticante degli stessi principi: con la sua competenza, ma soprattutto attraverso la sua coerenza e testimonianza, non si limiterà a curare il “sintomo” o la malattia, con le piante ed i medicamenti, ma cercherà di favorire un nuovo stato di coscienza perché è la persona che deve, e può, con il proprio risveglio e la responsabilità dei propri comportamenti, guarire, imparando a prendersi cura del proprio corpo e della propria anima.

Il “Terapeuta” insegnerà agli uomini la logica dell’omeostasi e le leggi dello spirito, a liberare quell’allegria, quella gentilezza, tanto mortificata dall’esperienza vissuta e da una percezione distorta, e che tanto agisce sia sul fisico che sulla mente… sapendo che un cuore felice e una beatitudine consapevole, sono la prima e la migliore medicina.

Questa sarà la “Terapia”, l’Educazione del futuro per far sì che ognuno diventi il “Terapeuta di sé stesso”. Per questa via, l’uomo di domani saprà sintonizzarsi con le leggi dell’Universo, e saprà usare i poteri della sua mente e del suo cuore. Sarà un uomo libero, consapevole e in salute, in pace con sé stesso, con gli altri e con il mondo.

Quel tempo, quel domani è già qui e chiede solo di essere praticato e condiviso.

Ad maiora semper

Corrado Ceschinelli

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