Il virus siamo noi
Con l’incalzare di questa “pandemia” e di una crisi economica forse senza precedenti, almeno a memoria d’uomo, diventa sempre più difficile fare dei discorsi di riflessione, di prospettiva, di cambiamento, senza rischiare di passare per negazionisti o, peggio, di apparire fuori dalla realtà. Eppure tutti i nodi vengono al pettine e, che ci risulti o meno, stiamo pagando un prezzo altissimo per aver dimenticato, sottovalutato, offeso, le più elementari leggi di appartenenza e di costituzione. Questo è ovviamente un aspetto che ci trasciniamo da molto tempo, ed è certamente una questione – se non “la questione” – centrale per la sopravvivenza del genere umano e per gli equilibri stessi del pianeta. Rendersi conto di questa verità, uscire dalla sclerosi delle nostre considerazioni, adoperandosi per favorire questo cambiamento, è la scommessa del futuro. Non sarà sicuramente un vaccino a porre fine a questa faccenda, perché tutti gli aspetti invasivi e offensivi che hanno ridotto il nostro corpo, la nostra mente, il nostro spirito e l’ambiente in cui viviamo, a quanto di più malato, fragile, compromesso e inquinato possa esserci, sono da molto tempo esistenti e, da gran parte di noi, vissuti come scontati piuttosto che causa effettiva dei nostri mali. Così come, da piccoli, non è stato facile sapere che Babbo Natale non esisteva, oggi ci troviamo a fare i conti con le nostre illusioni e con la nostra immaturità, con l’aggravante di avere una mente talmente condizionata e ridotta ad una sopravvivenza passiva, che viene difficile provare qualcosa di diverso dalla paura o dal pensiero generalista. La questione di fondo è esattamente questa, e noi ci siamo dentro fino al collo, solo che ora il “passaggio” riguarda la coscienza di ognuno di noi: una coscienza che deve, e può, risvegliarsi solo attraverso una nuova visione, dalla quale dovrà nascere una nuova consapevolezza in grado di farci ri-conoscere ciò che abbiamo perso e travisato da molto tempo. Il risveglio consente di contemplare i “difetti” e le manipolazioni del sistema e, al tempo stesso, ridurre l’ansia e lo stato di tossicità sociale che abbiamo creato, senza bisogno di fare crociate contro le restrizioni del momento, peraltro coerenti allo stato di fatto attuale. Il risveglio sposta l’attenzione sulla propria potenzialità e sulla responsabilità delle proprie decisioni, punta al recupero delle proprie difese, della propria integrità vitale e spirituale; il risveglio riapre la partita della vita, e crea i presupposti per riorientare la propria esperienza verso la saggezza, sapendo che ad ognuno di noi tocca il delicato, quanto entusiasmante, compito di scoprirlo e di praticarla. È in questa autonomia e in questa riappropriazione del senso stesso della nostra esistenza, che possiamo uscire dalla prigione che ci siamo costruiti con le nostre stesse, inconsapevoli, mani, che ci rende fragili, malati, disorientati e infelici. “Il virus siamo noi” è un modo di dire che ci riporta drammaticamente alla realtà, alla nostra riduzione e miopia, alla nostra arroganza e presunzione, alla pochezza spirituale della nostra cultura e della nostra civiltà. L’augurio e la speranza è che questa lezione possa risvegliare più coscienze possibili, tanto da poter cominciare un capitolo nuovo della storia dell’umanità.