La misura della nostra ingenuità e della nostra ignoranza la troviamo nei contenuti e nelle rappresentazioni pubblicitarie. Il livello è quanto mai irritante e fa specie che tutto passi senza obiezione alcuna anzi, peggio, senza nessuna vigilanza su quanto di ingannevole ci viene raccontato e promesso. Il torpore delle nostre coscienze consegna il destino della nostra esistenza all’avidità e alle leggi di questa civiltà spregiudicata. I bisogni e i desideri primordiali, quelli strettamente legati alle prerogative della natura e dell’anima, come amore, serenità, gioia, salute, vitalità sono una spinta, un desiderio perenne e un obiettivo da raggiungere e mantenere. Sarebbe non solo possibile ma anche molto facile se ci comportassimo secondo le leggi evolutive e conservative della vita. Nel mondo degli asini che volano, in questo mondo dove il valore assoluto è il potere, il denaro, l’egoismo c’è bisogno di ignoranza e incoscienza, costi quel che costi. Se ti devo vendere la felicità, la vitalità, la bellezza, la salute ho bisogno che tu non consideri che ce l’hai a portata di mano; ho bisogno che tu non sappia come si fa a raggiungerla ma, soprattutto, devo farti credere che quello che ti posso vendere risolverà i tuoi problemi. Eppure basterebbe così poco se non ci fosse questa anestesia totale, questo cervello incapace di riconoscere un tale paradosso, attivando quella forma di orgoglio e ribellione per la propria dignità al punto da farci gridare: “Basta! Rivoglio la mia vita. Voglio sapere, conoscere, imparare.” La positività la vedi solo se prima hai visto bene la negatività, l’equivoco, l’inganno. Qui sta il muro pregiudicante, quelle barriere che impediscono di vedere, quelle trappole fatte di considerazioni, idee, opinioni ereditate proprio in quel mondo che ci vuol far credere che gli asini volano. Ogni volta che incontro le persone, che riflettiamo insieme su questo, che riesco a trasmettere loro questa visione, questa consapevolezza, accadono dei miracoli, perché è la persona stessa che sente il desiderio di liberarsi da questa schiavitù, da questa dipendenza. Non funziona né l’allarmismo né la seduzione scientifica sui danni e sulle cause provocati da questo o da quello, tantomeno una generica raccomandazione. Quello che serve è favorire una sana e amorevole riflessione che cambi proprio la logica di fondo con la quale si è soliti guardare e considerare la vita; una meditazione capace di evidenziare i rischi e i pericoli della nostra ingenuità, quella stessa che ci rende schiavi e dipendenti dal meccanismo speculativo e dal plagio pubblicitario. Solo successivamente diventa importante anche la conoscenza, ma a quel punto c’è la giusta predisposizione per voler sapere, per voler conoscere. Il resto viene da sé, riscoprendo e incontrando la natura della nostra costituzione, liberando la nostra mente e il nostro organismo dall’eccesso improprio di spazzatura. Una rivoluzione controcorrente, una soluzione radicale che non ha bisogno di particolari stratagemmi se non di scoprire il fascino discreto della vita e soprattutto di capire che in ognuno di noi c’è una parte di quell’universo che ci ha creato e che non ci abbandonerà mai. Dimenticarlo è come avvelenare l’elisir di lunga vita e credere di poter essere come quegli asini che volano.