Penso che la cosa più difficile da percepire sia la differenza che passa tra l’acquisire intellettualmente un’informazione, un concetto, un’idea, e il processo che porta dalla teoria alla pratica, dall’intenzione al cambiamento vero e proprio. La conoscenza fine a sé stessa, per il solo gusto di sapere di più e poterlo esternare, se manca della pratica, non può niente contro ciò che è strutturato e “incarnato” nel proprio essere, dalla propria esperienza, qualsiasi sia la dichiarazione d’intenti. È molto importante comprendere questo limite: non basta un proposito, un ragionamento, per avere immediati benefici in termini di salute e serenità. Occorre capire che tutto passa dall’azione del cervello e dai suoi meccanismi di percezione, definizione e reazione, meccanismi allo stesso modo “incarnati” (registrati, ripetuti, allenati…) lungo il corso dell’esistenza. Se non si interviene in questi meccanismi, saremo sempre, e solo, alla mercé di una modalità operativa insana che accetteremo passivamente considerandola un aspetto scontato del nostro carattere.
Quello che occorre fare, oltre a sviluppare un giusto atteggiamento di ascolto, è passare all’azione. Se vogliamo veramente guarire dal male di un vivere sofferto decidendo di intraprendere un viaggio alla scoperta di chi siamo veramente, dobbiamo accettare di misurarci con la paura, la colpa, la rabbia, l’insicurezza, la disistima… insomma, con tutti quegli aspetti che hanno ferito e offeso la nostra personalità. Non siamo la nostra storia e la nostra identità, o perlomeno, non siamo solo questo; siamo esseri sublimi, meritevoli, in evoluzione. Con questa idea di noi, molto più reale di quello che riusciamo a immaginare o di quello che ci hanno fatto credere, possiamo partire per intraprendere una nuova vita. Anche se tutto ciò richiede consapevolezza, presenza, volontà, aiuto di altri: non siamo soli! Quando si scopre che è tutto vero, che è tutto possibile, l’anima, la coscienza, il cuore e il cervello si rimettono assieme, e scopriamo la nostra vera natura, il nostro vero scopo: la saggezza. Il cervello ha la capacità di “scrivere”, registrare, elaborare il nuovo: lo ha già fatto, e lo fa ogni volta che impariamo qualcosa. Se non riusciamo a trasferire nella pratica ciò che leggiamo sui libri, che vediamo nei film, che sperimentiamo nei corsi, stiamo solo immagazzinando conoscenza e illusioni. Di fatto si rimane “separati in casa”, in conflitto perenne tra una proiezione immaginaria di sé e la dominanza di un inconscio bizzarro e ferito.
Niente può accadere senza allenamento, senza esperienza, senza “pratica”. Nessuno diventa campione di qualcosa leggendo libri, guardando film o seguendo corsi.
Ma dobbiamo farlo adesso, subito! Se crediamo nei valori di tolleranza, gentilezza, generosità, gratitudine, amore, aiuto e ascolto – qualità proprie della natura umana e di allineamento energetico – dobbiamo cominciare ad essere in questo modo, adesso, subito! Per quello che ci riesce, con pazienza, la stessa che useremmo nello sport. Solo in questo modo cominciamo ad allenare la nostra vita al bene, e nel bene. Dobbiamo diventare “campioni di saggezza”, lavorando per questa meta. Evitando di lamentarci e di atteggiarci a vittime, e comprendendo che le difficoltà di tutti sono le nostre stesse difficoltà, forse diverse nella forma, ma uguali nella sofferenza che si prova. La vita di tutti i giorni è una palestra meravigliosa per imparare a vivere e per magnificare la vita che ci è stata donata. Il segreto è tutto qui!