È pazzesco quanto la nostra vita dipenda dai nostri pensieri… quanto dai nostri pensieri dipenda il nostro umore… e quanto il nostro umore, oggi si sa, contribuisca alla nostra salute e al nostro benessere. L’esperienza umana produce molta sofferenza e, soprattutto, non ci consegna una visione della vita sulla quale orientare le nostre potenzialità. Così si sviluppa un atteggiamento che da più risalto alla sofferenza patita che non al suo riscatto. Ogni attimo che si vive sarebbe qualcosa di veramente nuovo, neutro, se non lo facessimo passare dalla memoria, dalla paura e dalla rassegnazione, attraverso i nostri pensieri.

FOTO-10Come saremmo senza quella memoria? Molte persone mi dicono, “leggere”, molte altre non sanno rispondere. Per la verità non lo possiamo nemmeno immaginare, perché, per far parlare la nostra natura, dovremmo essere liberi, vuoti, nel silenzio della mente, ogni volta presenti a noi stessi. Invece ogni accadimento, ogni situazione viene anticipata dai nostri filtri pregiudiziali, oscurata dalle nostre angosce e dai nostri timori. Tutto questo impedisce il fluire naturale delle emozioni, che ci riempirebbero di energia, di interesse, di partecipazione vera alla vita. Invece di questo fluire noi facciamo parlare ciò che siamo diventati, ci facciamo guidare dalla memoria, senza renderci conto della sua influenza, e di quanto questa mortifichi la nostra vitalità. Quando ragioniamo intorno alla competizione sportiva cerchiamo di costruire quel vuoto psico-emotivo indispensabile al successo, perché sappiamo quanto la paura, la preoccupazione, l’ansia del risultato rallenti e interferisca con la prestazione. Tutti temi legati all’esperienza profonda dell’individuo, con i quali ci si trova sempre a fare i conti se non si prende coscienza e non si libera la persona da quella memoria emotiva…

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