Si chiude un 2020 che ha messo a dura prova l’intera umanità, ma anche fatto emergere, di più, le contraddizioni e le fragilità della nostra epoca, della nostra civiltà. Fragilità e contraddizioni che manifestano la confusione che c’è in noi e l’incapacità della nostra coscienza di porvi rimedio. Questa “falsa” cultura purtroppo si è insediata ovunque, e non lo dico per incolpare, ma solo per stimolare una riflessione sulle offese che arrechiamo ai principi e ai presupposti che invece dovrebbero essere la base del nostro vivere.
La buona notizia è che sempre più persone cominciano a capire quanto sia importante compiere un’esperienza trasformativa, evolutiva, a partire da sé stessi; a partire dal fatto che la vita prima di tutto è un percorso intimo di scoperta e di realizzazione di una verità che è scritta nell’anima e nel moto universale dell’Universo. E qui sta il punto! Se si attinge dall’esperienza vissuta, dalle informazioni ricevute, dalla visione che il sistema ci consiglia non potremo certo decidere il nostro destino e, di conseguenza, incontreremo solo sofferenza e paura. Mancando della consapevolezza e della responsabilità necessarie non potremo che continuare a nutrirci delle logiche dominanti, dando credito alle nostre opinioni, credenze e convinzioni, come se fossero verità assoluta, per il semplice fatto che le abbiamo pensate noi.
Il problema è che non è facile acquisire un’autonomia sufficiente per distinguere le due cose, e cioè il piano del condizionamento dal piano della realtà. Per poterlo fare c’è bisogno di orientare diversamente la propria esperienza, di ridurre l’influenza del sistema, di comprendere la propria implicazione emotiva, di capire che le circostanze esterne possono agire su di noi fintanto che siamo nel meccanismo, fintanto che non sappiamo, fintanto che non scopriamo. Questo non significa isolarsi dal mondo: sarebbe un grave errore! Quello di cui abbiamo bisogno è riconoscere la nostra dipendenza, anche quella che passa dall’ostilità e dal giudizio. Anche in questo caso stiamo facendo il gioco del sistema, che ci vuole, in un modo o nell’altro, parte del contendere.
Il risveglio che produce una coscienza in espansione favorisce una saggezza interiore e una libertà, predisponendoci naturalmente a sentimenti più nobili, non imposti, ma raggiunti per apertura di mente e di cuore. Il sistema si riproduce nella sua distorsione, e ogni aspetto sociale non è che la risultante di una coscienza soffocata e di un’anima in sofferenza. In questo errore/impedimento di sviluppo – diciamo – spirituale, l’umanità ha già dato prova di quali nefandezze sia capace. Provate a pensare se ai sadici tiranni della storia, una popolazione in uno stato di coscienza evoluto, avesse girato le spalle: sarebbe stato tutto diverso, se non altro si sarebbero risparmiate molte vite umane.
Ogni fenomeno, ogni relazione, assieme al nostro stato di salute e di benessere, sono riconducibili a questo processo. In conclusione, il vaccino, la sua narrazione, l’aspettativa della gente, non sposta di una virgola la logica del sistema e, personalmente, lo trovo perfettamente coerente all’interno di un’incoerenza diffusa. Inutile dire “si sarebbe potuto fare, si sarebbe potuto dire”, perché quello che è stato fatto e detto, non poteva essere diverso. Però ognuno di noi può fare qualcosa, per sé, per la sua anima, per la sua vita, e anche per gli altri. Se saremo in tanti a farlo, le cose cambieranno da sole senza nemmeno bisogno di alzare la voce. Vi lascio con una battuta tratta da un film (Kingsman – Secret Service) che ho visto in questi giorni: “Non c’è nulla di nobile nell’essere superiore a qualcun altro. La vera nobiltà è essere superiori a chi eravamo ieri.” Che il 2021 sia foriero di questa possibilità, di questa saggezza.
Corrado Ceschinelli