È possibile vivere liberi dalla sofferenza, dall’ansia e dalle malattie, e a questo scopo dobbiamo arrivare a capire il nostro “ruolo” (inconsapevole) come creatori di dolore. È la nostra mente a causare problemi, non altre persone o l’ambiente, con il suo flusso di pensieri pressoché costante, che attinge dal passato e si preoccupa del futuro. Non commettiamo il grave errore di identificarci con la nostra mente, pensando che sia la nostra identità (che siamo noi… fatti così), mentre in realtà siamo esseri ben più grandi. Tutti i principali problemi dell’umanità sono profondamente radicati nella nostra errata identificazione con la mente… per dirla in un altro modo: con il nostro stato di coscienza e di consapevolezza.
L’illuminazione è riacquistare la consapevolezza dell’essere e dimorare in quello stato di “comprensione intuitiva”. La nostra essenza ultima s’intuisce quando si comprende che “IO SONO” e basta, non “io sono questo o quello”. Il più grande ostacolo all’esperienza dell’essere è l’identificazione con la propria mente, che rende ineluttabile il pensiero. Questo rumore mentale incessante c’impedisce di trovare quel regno di quiete interiore che è inseparabile dall’essere. Crea inoltre un falso sé generato dalla mente, che getta su di noi un’ombra di paura e di sofferenza. L’illuminazione è lo stato di totalità, di essere in pace, in unione con la vita, con il mondo e con il proprio Sé più autentico e profondo. L’identificazione con la mente si intromette tra noi e il nostro essere, tra noi e il prossimo, tra noi e la natura, tra noi e “Dio”.
L’essere – che possiamo chiamare Dio, Coscienza Universale, Matrice Energetica, Superconscio, Sé, Qi, Prana … – è l’unica verità eterna e onnipresente al di là delle innumerevoli forme di vita che sono soggette a nascita e morte, ed è presente in profondità all’interno di ogni forma in quanto sua essenza creatrice, invisibile e indistruttibile (ricordate la ghianda che diventa quercia). Così è in ognuno di noi con un proposito ben preciso: magnificare la nostra Anima, quel “Dio” che siamo e che dovremmo essere. La sofferenza, l’inquietudine, non è nient’altro che la sua stessa spinta affinché ce ne rendiamo conto per superare l’errata identificazione con la nostra mente e la nostra storia.
Il problema non è tanto che noi utilizziamo la mente in modo sbagliato, quanto che non la usiamo affatto. È la mente ad usare noi. Questa è malattia, distorsione, alienazione. Noi riteniamo (erroneamente) di essere la nostra mente, i nostri pensieri. Questa è un’illusione! Lo strumento si è impadronito di noi, senza nemmeno che ce ne rendiamo conto. Scambiamo per noi stessi l’entità che ci possiede, quella che pensa. Saperlo, capirlo, è fondamentale. Ci consente di osservare tale entità; nel momento in cui cominciamo a osservare, a prendere le distanze dall’entità pensante si attiva un più alto livello di consapevolezza. La mente è come una voce dentro di noi che commenta, opera congetture, giudica, confronta, si lamenta, esprime preferenze e avversioni, vivendo e giudicando il presente con gli occhi del passato o preparando e immaginando possibili situazioni future. Questa voce è il nostro peggior nemico. È la causa di innumerevoli sofferenze e infelicità, nonché di malattie. Quella stessa voce, mancando di visione e di equilibrio, di armonia e conoscenza, vive e ci fa vivere di “compensazioni”, senza riguardo alcuno per quello che mangiamo, per come viviamo.
Siamo pensiero-dipendenti, “analfabeti esistenziali”, identificati con il pensiero, le emozioni, gli umori che ci attraversano provocati da questo stato di separazione interiore: traiamo cioè il senso di noi stessi dal contenuto e dall’attività della nostra mente e dal “subbuglio emotivo” che ne deriva. Questo falso Sé risulta da una personalità in difetto, da una mancata integrazione con la propria Anima, quell’energia guida verso la nostra personale realizzazione. Questo falso Sé, chiamato ego, può essere mantenuto in vita soltanto da questa separazione ed è capace di generare mille illusioni e altrettante compensazioni, lasciando però di fondo uno stato di inquietudine e di incompiutezza, che non ci darà mai pace provocando molta sofferenza con l’unico scopo di una pacificazione con sé stessi e con “Dio”.
Ciò significa che è possibile e accessibile a noi, adesso, sempre, in quanto nostro Sé più profondo, nostra vera Essenza e Natura, nostra Anima. Non si può comprendere con una mente così alienata e condizionata… possiamo però, con la stessa mente, cominciare a considerarlo, percepirlo, praticarlo… possiamo imparare (come si impara qualsiasi cosa), pienamente e intensamente, con pazienza e tenerezza, sapendo chi siamo e cosa siamo chiamati ad essere: per la pace, la bellezza, la salute, la serenità… nostra e del mondo intero.
Per saperne di più leggi: *IL VIRUS SIAMO NOI* (Ed. LeDueTorri) – *CODICE VITARIANO* (Anima Edizioni) di Corrado Ceschinelli
Ad maiora semper
Corrado Ceschinelli