Il potere della coscienza
Che cos’è la coscienza? O perlomeno, cosa s’intende per coscienza? Per poterci capire occorre che torniamo sulla questione del “condizionamento”. In altre occasioni ho cercato di spiegare come, attraverso le testimonianze, le informazioni e le esperienze della vita, a partire dalla più tenera età, il nostro cervello possa finire intrappolato in una modalità “stimolo/risposta” del tutto (o quasi) automatica, che caratterizza le nostre risposte agli stimoli successivi. Questa dipendenza – peraltro inconscia – regola più del 90% delle nostre emozioni, idee, convinzioni, credenze, pensieri e comportamenti, che noi, banalmente, chiamiamo “carattere”, e consideriamo come il nostro naturale modo di “stare al mondo”.
Questa modalità si struttura a partire dai primissimi anni di vita, malgrado tutto, e malgrado le più buone intenzioni, essendo propria di una continuità generazionale che ha subìto, e patito, lo stesso condizionamento e lo stesso tradimento educativo/esperienziale rispetto a come, e a cosa, dovrebbe invece succedere. Tutto questo getta le basi per una fragilità e una dipendenza che si rischia di portarsi appresso per l’intera esistenza, trovandoci poi a fare i conti con essa ogni volta che incontriamo una qualsiasi sollecitazione del vivere. Il vissuto personale traccia i segni emotivi più importanti, anche rispetto ai successivi fattori di condizionamento, e spiega gran parte dei fenomeni e delle difficoltà che la società adulta e il mondo ci raccontano, in un “continuum” che non ha più ne capo ne coda. La paura, la rabbia e le altre emozioni negative, espresse o inespresse che siano, minano la capacità di fare esperienza creativa, compromettendo lo sviluppo della personalità e impedendo l’affermarsi di quelle doti potenziali, di cui, ognuno, sarebbe naturalmente portatore. Liberarsi dalla paura e dalla rabbia indotta è la condizione indispensabile per esprimere un corretto stato di coscienza, e cioè quell’intelligenza spontanea e libera, intuitiva ed empatica, sottile e universale, che ci restituirebbe appieno la nostra unicità e il favore degli eventi. Una condizione – ahimè – ai più sconosciuta, e dovuta al fatto che noi reagiamo a partire dalla paura, dalla rabbia e dalla negatività, senza nemmeno esserne consapevoli, trasformandole poi in giudizi, pregiudizi e giustificazioni, grazie alla nostra mente razionale che, con dovizia di argomentazioni, è capace di convincerci, e convincere, che questa è la nostra verità più pura. Il problema è che questo meccanismo produce – in primis – tutta una serie di reazioni stressogene, rilasciando sostanze e mediatori neuro-biologici con una forte ricaduta sul nostro stato di salute. Dice bene Dean Ornish, il brillante cardiologo che aprì la strada agli studi sugli effetti dello stress