Il procedere veloce della ricerca e della scienza non trova certo immediata rispondenza nella cultura del vivere comune. Questo accade per il processo di conservazione al quale contribuisce l’azione stessa della mente che, nell’inconsapevolezza, si riproduce a partire dal condizionamento subito; conservazione poi che diventa di sistema, di interessi, di logiche e di dinamiche. Oggi sappiamo quanto l’esperienza fatta, le informazioni ricevute, i valori e i modelli assorbiti, finiscono per strutturare una visione della vita molto lontana dalla realtà.
Tutto si intreccia alla biografia personale in un cocktail di pensieri, emozioni e comportamenti che ha ridotto la nostra esistenza, proprio perché lontana dalla natura e dalle nostre prerogative, al supplizio e alla perdita di senso. Tutto intorno a noi si rappresenta dentro questo scenario, e dentro questo ordine di grandezza. Di fondo, ad ogni problema di salute, ad ogni difficoltà di relazione, ad ogni tormento di vivere, c’è sempre questa verità, difficile da vedere, da immaginare e quindi da cambiare, per lo stesso meccanismo di conservazione di cui sopra.
Fintantoché, per qualsiasi motivo, non si riesce a rendersene conto, ad osservare e riconoscere questa aberrazione… Inoltre, fintantoché non ci si attiva per liberarsi dalla schiavitù dell’ignoranza e dalla dipendenza emotiva, ritornando al governo della propria vita, la sofferenza farà da padrona. È in questo modo che si può “salire di livello” e sperimentare la salute e la forza vitale, l’amore e la condivisione, la gioia e la felicità. Prerogative, per altro, di ogni essere umano, ma raggiungibili solo attraverso la trasformazione, la responsabilità e l’evoluzione. Rimanere nel livello che produce questo sistema e questa cultura è quanto di più offensivo e improduttivo possiamo fare.
Occorre dire che quella ricerca, quella scienza, ma anche l’inevitabile peggiorare delle cose su ogni fronte, insieme all’incapacità di contenere e controllare i nefasti effetti collaterali che provochiamo in ogni ambito, gettano le basi per una rivoluzione culturale e un’elevazione di coscienza dell’intera umanità. Staremo a vedere! Nel frattempo ognuno ha il compito, il dovere e il diritto, di riprendersi la salute e la gioia di vivere. Ha il compito, il dovere e il diritto, di rispettare la vita e l’ambiente, e di fare la sua parte, compreso quella di aiutare gli altri a vedere e a capire, seppur con rispetto e senza supponenza, per contribuire, tutti insieme, al bene e al futuro dell’umanità.
Sempre più evidenze scientifiche e una visione integrata dei processi, sottolineano l’importanza di una alimentazione naturale e compatibile con la nostra costituzione, quanto lo sia la pratica regolare dell’attività fisica, cosi come mettono in evidenza la rilevanza dello stato emozionale (pensieri e sentimenti) nel condizionare i processi psichici di autoguarigione, ma anche quanto può venire dalla nutraceutica e dall’integrazione funzionale, in termini di molecole e sostanze di spiccata attività biologica, fondamentali nell’economia della salute e della performance vitale.
Un modo di guardare alla connessione dei processi che fa capire quale sia la strada da percorrere e le cose da imparare per sfruttare appieno la nostra potenzialità. Tutto estremamente validato da quella scienza e da quella ricerca che adesso è in grado di documentare, misurare e dimostrare, quanto il pensiero e lo stato d’animo possano influenzare la realtà negli accadimenti e la nostra salute ma anche quanto alcune piante (aloe in testa), vitamine, antiossidanti, ossido nitrico e omega-3 fanno la differenza nel mantenere efficienti sia le nostre capacità difensive e riparative, che meccanismi biologici di estrema importanza.
Allo stesso modo in cui si capisce che niente è separabile e tutto è interconnesso e interdipendente, anche le discipline umanistiche si aggiungono al coro del buon senso e al tema dell’evoluzione. E quindi assistiamo ad una filosofia, ad una sociologia, ad una psicologia che ritrovano la “via di casa”, e contribuiscono anche loro, con un loro argomentare integrato, a rinforzare la visione del processo e a delineare la direzione educativa per uscire da questa impasse esistenziale suicida. Adesso dobbiamo “lavorare” per diffondere, sensibilizzare e abbattere i muri della nostra e altrui ignoranza.
Ad maiora semper
Corrado Ceschinelli