La prima cosa da fare è cominciare a considerare le cose da un altro punto di vista. Non bisogna mai dimenticare che siamo animati da un’intelligenza cosmica, primordiale, misteriosa, che governa la vita in tutte le sue forme e in tutte le sue dimensioni – fisiche, mentali e spirituali.

Un’intelligenza mossa dal principio realizzativo, che non può – non dovrebbe – essere ostacolata, in nessun modo, dalla pretesa della ragione, dall’illusione del pensiero e dall’arroganza dell’arbitrio. Ed è proprio l’ansia, la sofferenza, i conflitti, le malattie, che ci avvisano della nostra maldestra interferenza e che ci sono considerazioni, comportamenti e modi di essere che dobbiamo sperimentare e praticare per favorire questo processo spontaneo. La nostra mente ordinaria, la nostra percezione e le nostre convinzioni, l’Io convenzionale, l’idea che ci siamo fatti di noi e della vita è totalmente condizionata dall’esperienza che abbiamo fatto e dagli insegnamenti che abbiamo ricevuto da non poter immaginare cosa stia realmente succedendo, e per quale ragione. È la nostra Anima, questa Essenza Universale, che ci fa soffrire, e lo fa con l’intento di renderci consapevoli, affinché riconosciamo quell’idea di noi, quell’identità fasulla così separata dal tutto da cui veniamo e di cui facciamo parte, un’intenzione amorevole per riportarci nella magia della vita secondo le sue regole e le sue finalità, verso espressioni di autenticità e di spontaneità incondizionate. Questo è il compito e il processo evolutivo, la metamorfosi necessaria alla nostra piena realizzazione, pena disorientamento, difficoltà e malattie di ogni genere.

Non è con la forza di volontà che possiamo superare i nostri disagi o le difficoltà che la vita ci fa incontrare, men che meno con “medicine” che attenuino il dolore e il sintomo, anche se in nome del “dovere” siamo capaci di imprese “impossibili” e i “farmaci” possono renderci sopportabile il malessere. Occorre cominciare un dialogo con sé stessi per “aprirsi” ad un diverso modo di intendere e praticare la vita, imparando ad ascoltare, e a riconoscere, segnali e intuizioni che vengono con l’unica intenzione di illuminare e correggere il nostro cammino.

Pensarsi un’Anima, un progetto che si realizza oltre la nostra idea d’essere, consente di dare un senso diverso alla nostra storia, permette di avere una visione d’insieme, scoprire la nostra vera unicità e cogliere il significato dei nostri disagi; tutti aspetti che sfuggono all’interpretazione di chi cerca le ragioni di ciò che siamo solamente in ciò che è accaduto e in ciò che ci accade. Senza rendercene conto, con i nostri pensieri, con i nostri ragionamenti, con il rimurginare continuo, teniamo in vita la nostra immagine distorta e impediamo che si realizzi ciò che siamo destinati ad essere… con una fatica che ognuno racconta e sperimenta proprio perché lontano da quel Sé (sinonimo proprio di Essenza, Anima, Energia Universale… ) e che spiega perché in lingua sanscrita (una delle lingue più antiche) SALUTE significa “DIMORARE NEL SÉ”… “ESSERE SÉ STESSI”.

Il cervello, da solo, in questo non ci aiuta, ancor più se continua a nutrirsi del proprio pensiero, delle proprie ragioni e dei propri meccanismi di adattamento e di di sopravvivenza. Un cervello talmente compromesso e abitudinario che quando incontra la sofferenza non solo non è in grado di coglierne il significato e l’opportunità, ma anche quando incontra la “verità”, quel cervello, ci fa credere che sia difficile, complicato, “cambiare modo”, “cambiare atteggiamento” … non ci si rende conto che “difficile”, “complicato”, “innaturale”, è esattamente quello che stiamo facendo e come stiamo vivendo.

 

Ad maiora semper

Corrado Ceschinelli