Sono reduce da un’esperienza molto significativa e toccante in cui è stato possibile, di nuovo, finalmente, incontrarsi. Intorno al tema della “detossinazione”, del viaggio (inteso come percorso di pulizia sia mentale che fisica), in una cornice incantevole, con il favore della cortesia e dell’ospitalità dell’Hotel che ci ha ospitato, ho trascorso tre giorni tra momenti di svago, escursioni, formazione e stimoli riflessivi, dove non sono mancati buon cibo e buon vino. Si ritorna a vivere! Incontri di questo genere servono proprio a ristabilire, non solo il calore della relazione e del contatto umano, ma anche a rilanciare la propria vita con maggiore consapevolezza e responsabilità. È innegabile che questo “Coronavirus” non comincia e finisce nelle prescrizioni e nelle precauzioni verso il contagio, ma diventa anche un’occasione straordinaria per ragionare, per riflettere a tutto campo sulla vita, per costruire un cambio di mentalità, e per conoscere soluzioni che possono favorire e mantenere la propria integrità vitale, rinforzando le proprie difese immunitarie e, più in generale, contribuendo alla propria serenità. La ricerca di oggi ci fornisce studi, conoscenze e strategie che possono essere di grande aiuto per salvaguardare la propria salute, ancor più se accompagnate da una chiave di lettura che considera l’importanza del proprio atteggiamento, della propria presenza e, di conseguenza, la ricaduta dei propri pensieri, delle proprie emozioni, sugli equilibri interni e sul mantenimento delle prerogative costituzionali. Ne risulta che, materia ed energia, fisico e pensiero, comportamenti e stati umorali sono fortemente connessi, tanto da farci capire, per esempio, quanto siano interdipendenti intestino e cervello. Tutto questo apre le porte a una nuova cultura del vivere, che necessariamente deve passare dalla propria, individuale, presa di coscienza, dal rendersi conto di come stanno esattamente le cose, dalla voglia del proprio riscatto, dalla responsabilità delle proprie decisioni e dal capire che la vita è soprattutto un viaggio verso questa consapevolezza, verso questa maturità. Esattamente quanto, al contrario, si vuole la nostra ignoranza, la nostra passività, la nostra paura perché funzionale agli interessi di sistema. In questo difficile, ma entusiasmante, momento storico, si sono create le condizioni, come non mai da molto tempo, per un “salto evolutivo” per il genere umano, e per un cambiamento epocale. Ad ognuno di noi coglierne il senso profondo e, per chi ha già fatto propria questa verità, il nobile compito di alimentare questo processo, affinché, dalla coscienza individuale, possa costruirsi una nuova coscienza collettiva, di maggiore rispetto e amore per sé stessi e per la vita. Questi tre giorni di Alleghe – che definirei non solo formativi ma anche “allegri”, per sottolineare quanto sia importante che l’allegria, la gioia di vivere, accompagni ogni percorso evolutivo – sono stati straordinari per l’intenzione e per il riscontro da parte dei partecipanti. Vorrei concludere con una riflessione su questa mia esperienza di Alleghe, perché devo dire che è stata particolarmente significativa nella mia carriera professionale, per ciò che mi ha dato e per ciò che ho avuto il piacere di dare ad altri, in uno scambio di intenti davvero vantaggioso per tutti.
“Ci sono dei momenti in cui senti che sta succedendo qualcosa di importante, incontri di grande umanità e semplicità, animati dalla voglia di andare oltre, oltre le convenzioni, le apparenze, la rassegnazione, la solitudine, lo smarrimento, la sofferenza. Momenti di comprensione, di riflessione, di conoscenza che aprono a un altro modo di guardare le cose, di intendere la vita. “Chiavi”, soluzioni, strategie, come veicolo e occasione di recupero, di risveglio, salute e consapevolezza, presenza e responsabilità. La vita, oltre il suo manifestarsi, oltre la narrazione di questa civiltà, è soprattutto un viaggio alla scoperta di una verità per certi versi nascosta, ma non impossibile da trovare, se sappiamo creare momenti in cui questa stessa verità può essere condivisa, percepita e compresa. Penso che questo sia il più nobile degli atti d’Amore verso sé stessi e verso gli altri, oltre che l’unico modo per rendere giustizia alla nostra natura e alla nostra coscienza”.

Un grazie particolare a Paola FerraRo e a Francesca Ada Pra per aver pensato, organizzato e reso possibile questo evento.