È stata una settimana particolarmente impegnativa e appassionante: la chiusura di uno dei corsi che amo di più, per Addetti alla Sicurezza della Provincia di Trento, la formazione per titolari e dipendenti dei Centri Estetici, su un progetto che ho chiamato “Guadagnare in bellezza, guadagnando in salute”, più gli incontri di coaching personale che costituiscono gran parte del mio abituale lavoro. Il motivo conduttore che sta alla base di tutto questo è la necessità di compiere quella famosa “riflessione consapevole” intorno alla vita, al risveglio coscienziale, alla conoscenza delle leggi e dei principi biologici, nonché dei meccanismi che regolano i processi psicofisici dell’essere umano. Che si tratti di comportamenti arroganti, socialmente inaccettabili, di inestetismi, sovrappeso, invecchiamento precoce, sofferenza vitale o difficoltà di relazione, non cambia poi molto. Tutto, proprio tutto, è riconducibile alla nostra incultura e disinformazione che, messe assieme, offendono i codici della vita.
Questa civiltà è alla resa dei conti! Lo è a partire dal crollo dei suoi miti, dalla fine di un’economia senza riguardo per l’uomo e per l’ambiente, dal fallimento di logiche che hanno creato separazione, discriminazione, odio e paura.
Certo, il primo passo per uscire dalla confusione è ammettere questa generale distorsione.
È quindi necessaria un’operazione nuova, in grado di rompere con una mente che, per sua naturalità o anormalità, è capace di farci credere che vada bene ogni cosa, perché “così fan tutti”. Non si tratta di riconoscere la bellezza di un tramonto o la bruttezza di un’inondazione (cose peraltro evidenti per tutti) ma di rendersi conto, in primis, di questo equivoco, per assecondare poi un processo evolutivo che, oltre ad essere un nostro dovere/diritto, è la scommessa per il nostro futuro. Un futuro che passa proprio dalla coscienza e dal risveglio di ognuno di noi. E vi posso assicurare che questa verità ha più forza di quanto si possa immaginare, ed è proprio questo il privilegio di cui mi faccio portavoce ed animatore.
Ecco l’educazione di cui spesso parlo, che non ha niente a che vedere con l’educazione di quel sistema che riproduce sé stesso, per tramite di un condizionamento abnorme.
Questa “nuova educazione” ha bisogno di coerenza e autenticità e, al tempo stesso, di essere raccontata con empatia e umiltà; deve essere capace di disegnare un altro scenario, di far immaginare un altro mondo; deve creare interesse, motivazione e spostare l’attenzione verso il nuovo, la voglia di mettersi alla prova cominciando da subito a pensarsi in altro modo da come la nostra storia, la nostra cultura e la nostra esperienza personale ci hanno abituati. È solo così che possiamo lasciarci alle spalle, senza colpe e rimpianti, la superficialità esistenziale e l’identità limitante di cui siamo vittime, che compromettono la piena realizzazione di noi stessi.
Senza escludere che, da tale condizionamento e dai veleni del suo modus vivendi – cibo e stile di vita in testa – produciamo solo malattie e sofferenze di ogni genere. Quando si propone questa chiave di lettura e di comprensione della vita, a parte qualche iniziale difficoltà, dovuta alle resistenze pregiudiziali di cui dicevamo (peraltro lecite in ogni forma di nuovo apprendimento), poi accade qualcosa di insolito: si riconosce questa realtà e s’impara a riflettere, a vedere oltre l’apparenza dei fatti, a sentire oltre le proprie emozioni e i propri sensi. Questa scoperta è l’inizio di tutta un’altra storia e, mossi i primi passi, ci si rende conto di quanto sia vero e importante compiere questo passaggio. Migliora la vita, la salute, migliorano le relazioni… Dice bene Marco (un partecipante ad una mia recente formazione) alla fine del ciclo di lezioni: “Questo corso mi ha aperto gli occhi sul significato della vita. Ho cercato di mettere in pratica i suggerimenti appresi, e non ho tardato ad accorgermi di una maggior consapevolezza di me stesso, degli altri, e delle mie azioni in generale”.