CORONAVIRUS… QUESTO S-CONOSCIUTO! UNA QUESTIONE DI COSCIENZA

 “Sconosciuto” perché qualcuno, prima o poi, ci dovrà spiegare il COME, il QUANDO, il DOVE e il PERCHÉ sia nato tutto questo pandemonio. A meno che non ci si accontenti di archiviare la cosa, pensando, o credendo, a sghiribizzi della Natura o a mutazioni casuali di virus di pipistrelli finiti, non si sa come, nelle persone di Wuhan, e poi in quelle di tutto il mondo. Certo, sarebbe interessante chiedersi cosa ci facciano al mondo i laboratori di bio-ingegneria genetica, ancor più quelli militari, e perché, proprio a Wuhan, si facevano esperimenti di “guadagno di funzione” (modificazioni genetiche su organismi viventi, in grado di determinare nuove funzioni o potenziare le funzioni già presenti), con innesti genici, per rendere i coronavirus trasmissibili all’uomo. Lasciando in sospeso questi legittimi interrogativi e queste, altrettanto legittime, preoccupazioni, la cosa più raccapricciante viene poi dalla narrazione, gestione, manipolazione, di questa pandemia.

Se si fosse voluto veramente affrontare il problema, nell’interesse e per il bene di tutti, non si sarebbe escluso niente e nessuno. Intanto, si sarebbe tenuta aperta e viva un’inchiesta sui sospetti iniziali di cui sopra, proprio per evitare che un tale “incidente”, fortuito o intenzionale, si potesse ripetere a danno dell’umanità; si sarebbe favorita e incentivata una strategia sanitaria che avrebbe contemplato e considerato ogni iniziativa, ogni testimonianza, ogni contributo a favore della cura e della vita, con riguardo e rispetto per ogni fragilità e situazione indotta; si sarebbe fatto il possibile per creare comunione d’intenti, facendo in modo che le precauzioni, i sacrifici e le limitazioni del caso, venissero da una responsabilità costruita proprio sulla solidarietà e sulla coesione sociale, nell’interesse generale.

Sappiamo invece come sono andate, e come stanno andando, le cose!

Direi che la causa principale, prima di ogni perfida ipotesi complottista e di ogni servitù mercenaria, sta soprattutto nel grado di coscienza umana, sorto da uno stato di “ignoranza spirituale” che si riflette poi in ogni ambito e in ogni ruolo. Il mancato sviluppo di una maturità capace di equilibrio e di amore, di propensione al bene e alla relazione, è l’origine della distorsione di una civiltà mediocre, di una cultura del vivere falsata e di un’economia nata e cresciuta nella dimensione egoica, nell’illusione dell’identità formale, nella perdita di autenticità e di ogni barlume di responsabilità.

Una società così costituita e un potere così manipolatorio hanno bisogno, pena la sua stessa sopravvivenza, di mantenere in vita questa ignoranza, e di alimentare la paura, la rabbia, l’odio, la discriminazione e, più in generale, la fragilità emotiva delle persone, di cui si nutre e si mantiene.

Ecco il male dei mali, la tragedia delle tragedie! Uno stato inconsapevole e incosciente di che porta l’individuo a una totale identificazione con quello che prova, con quello che pensa e crede, dando legittimazione e sostegno ad una diabolica situazione, senza immaginare minimamente quanto sia condizionato il suo stesso sentire ed essere e, di conseguenza, quanto contribuisca al condizionamento reciproco.

Basta leggere la maggior parte dei post, denigratori, aggressivi, spesso violenti e offensivi, sui vari social; ascoltare la retorica di quasi tutti gli uomini politici; sentir parlare i medici, i virologi, i giornalisti, gli intellettuali, la gente dello spettacolo, di regime, per rendersi conto di questo globale e totale asservimento. Ma attenzione! Non è cosa semplice riconoscere questa macchinazione! Se si è in quello stato di coscienza condizionata, se si è in quel marasma emotivo, animati da interessi e vantaggi personalistici, si vive solo della propria ignoranza, persuasi delle proprie convinzioni, deduzioni e ragioni.

Il Covid ha fatto emergere, in modo dirompente una realtà che dura da tempo.

Questa “emergenza”, da una parte mette in luce tutta l’arroganza e tutti i deliri di onnipotenza di questa civiltà, dall’altra, proprio questa evidenza, consente un risveglio di coscienza intorno a temi, valori e principi, che diventano fondamentali per quel passaggio evolutivo che siamo chiamati a compiere, ad attraversare.

Chi è rimasto intrappolato nelle maglie del sistema, soffre già molto, ma soffrirà ancor di più, perché gli risulterà sempre meno comprensibile cosa sta succedendo e perché.

Basterebbe ragionare e riflettere sulle condizioni di salute del genere umano, sulle disarmonie interiori, sulle difficoltà e conflittualità di relazione, sulla sofferenza psicologica e umorale, per rendersene conto. Ma anche qui, per poterlo fare, ci vuole una coscienza, una sensibilità capace di farlo, e da soli, soprattutto all’inizio, non è cosa facile, per non dire che è molto difficile. Le persone che incontro, che mi chiedono consiglio o aiuto, sono la riprova e la conferma di questo stato di cecità, di analfabetismo esistenziale, di cui, sono certo, non esserci colpa o intenzione, ma sempre e solo “non conoscenza”.

È altrettanto sorprendente quanto un accompagnamento amorevole e liberatorio, lontano dalle logiche delle terapie e delle dipendenze proprie del sistema, apra a scenari e a reazioni entusiasmanti, di grande riscatto fisico, mentale e spirituale della propria esistenza. Un compito educativo nuovo che chiama in causa, in primis, la coerenza della persona che offre la propria disponibilità, il proprio aiuto e la propria testimonianza, e che, molto onestamente e senza pretese di vanità, deve favorire quella crescita, quella libertà di cuore e di mente, tanto indispensabile per il proprio affrancamento da questa schiavitù, per costruire il mondo di domani. 

 

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