G. è una ragazza di 17 anni e sta molto male… È spesso vittima di comportamenti compulsivi con il cibo, per lei misteriosi e inaccettabili. E’ preoccupata del suo peso e di tutti i drammi, i dubbi e le difficoltà che sono propri di questa fase della sua vita… Torniamo alla nostra adolescenza: questo è un momento evolutivo molto delicato e importante, che segna il passaggio dalla subordinazione affettiva alla definizione della propria indipendenza e personalità.

FOTO-2-bisQuello che è successo negli anni precedenti ha una rilevanza fondamentale per la crescita seguente. La vita umana vorrebbe che il periodo di dipendenza fosse caratterizzato da amore/protezione/presenza/sicurezza, perché queste sono le basi intime e psicologiche necessarie all’affermazione dell’autonomia e della libertà secondo natura. Nella relazione genitoriale, quindi, il bambino dovrebbe sperimentare questi sentimenti e queste sensazioni, perché sono alla base dell’equilibrio futuro. Il processo di crescita spinge comunque in questa direzione, ma rischia di essere affidato al caso, utilizzando poi canali identificativi e aggregativi esterni, caotici e accidentali, anziché poggiare su propri sentimenti e su forti basi emotive e relazionali. La disarmonia che ne consegue prende molte forme e molte vie, che si caratterizzano in fenomeni sociali e/o in sofferenza personale. Gli adolescenti raccontano esattamente questo passaggio e G. non è da meno. La sua testimonianza è toccante quanto desiderosa di riscatto e soluzione. Purtroppo, troppo spesso, la vergogna e l’autocensura trascinano all’infinito questa compromissione, creando sempre più disagi e anomalie comportamentali. Al danno personale si aggiunge poi l’aggravante che l’intera società è compromessa su queste dinamiche del vivere e quindi sono poche le persone, e le occasioni, che si possono incontrare per recuperare il proprio sviluppo e la propria armonia…

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