Mi trovo spesso a commentare la vita nel suo accadere e nel suo manifestarsi. È per me ormai un esercizio di osservazione, di lettura, al di là di ogni giudizio e pregiudizio. Sono molto più interessato a considerare e a comprendere una dimensione dell’esistenza, che ha poco a che vedere con ciò che si rappresenta nell’esercizio della mente umana così come è andata riducendosi. Attenzione però, quello a cui mi riferisco non è qualcosa di opinabile o estraneo alla vita stessa: stiamo parlando delle leggi e dei codici che la regolano e del loro significato, sia esistenziale che spirituale. Tant’è che difronte alle domande “chi siamo e cosa stiamo facendo qui? come dovremmo vivere? cosa dovremmo fare per realizzare appieno il nostro potenziale?”, ben pochi saprebbero rispondere.
Domande che, per altro, nessuna altra specie vivente sente il bisogno, o a la facoltà, di porsi, perché, in loro, la vita “semplicemente avviene” e quelle leggi, quei codici, si verificano e si riproducono più per istinto che per consapevole scelta. Il cervello umano ci libera dalla “dipendenza istintuale”, ma ci consegna una grande possibilità e responsabilità: vivere la vita per incontrare questa verità imprescindibile, per assecondare la nostra natura e la nostra coscienza. Ho sempre pensato che nell’affermazione biblica “Dio si è fatto uomo” si volesse intendere che l’energia che crea ogni cosa (Dio) avesse dato all’essere umano la facoltà di intendere questo mistero, questo processo, proprio per creare il “paradiso” (la gioia, l’amore e la pace) dentro di sé e, quindi, sulla terra.
Tutto il linguaggio allegorico che accompagna il messaggio Cristico, evangelico, e tutta la letteratura religiosa, parla di questo, come sfida evolutiva dell’umanità e tutte le vicende e le vicissitudini passate, presenti e future, sono, e saranno sempre, riconducibili a questa questione. Se fossimo capaci di intendere questo processo, questo obbligo, potremmo vedere tutto quello che succede da un altro punto di vista, il che ci spiegherebbe le ragioni di tutte le difficoltà, di tutte le sofferenze, e ci impegnerebbe a ritrovare “la via della salvezza”.
Il cervello umano però non è solo “delizia”, ma è anche “croce”, del nostro destino: non nasce “imparato”, cioè dotato, di suo, della capacità di rimanere fedele alle leggi naturali. È semplicemente un organo “riproduttivo”, che ripercorre gli standard ai quali si è abituato. Quindi, la capacità di seguire le leggi naturali va educata. La sua chiave di lettura, i pensieri che produce, le reazioni e le emozioni che genera – che diventano l’idea che ci facciamo di noi – sono fortemente dipendenti dall’esperienza e dalle suggestioni che abbiamo vissuto e ricevuto. Per cui il contesto familiare e sociale che difetta e risulta dalla stessa distorsione, seppur in forme e culture diverse, non può che riprodurre e creare lo stesso difetto e la stessa distorsione, entrando in una spirale che non avrà mai fine se non ne prendiamo coscienza, decidendo per un cambiamento.
La buona notizia, contrariamente a ciò che il nostro cervello può farci credere, è che questa attuale situazione mondiale è una resa dei conti (non è la prima e non sarà l’ultima) perché tutto ciò che va contro le leggi è destinato a fallire (coronavirus, confusione politica, economia speculativa, inquinamento ambientale, violenze gratuite, malattie, ansia e infelicità), diventando una grande opportunità di risveglio personale e sociale.
Mentre stavo scrivendo, e mi stavo chiedendo come chiudere questo articolo, magicamente, mi arriva un WhatsApp dal mio caro amico Paolo che mi dice: “Ciao Corrado. Sto leggendo un libro di Anne Givaudan (un’autrice francese che ha scritto più di 30 libri di spiritualità). Ho letto un pensiero bellissimo, e direi indicato per questo periodo. Te lo mando! Buona giornata”. Il pensiero è questo: “Non si tratta di lottare contro qualcuno; quando ciascuno riprenderà la giusta direzione della propria vita, ciò che non avrà più ragione d’essere si spegnerà da solo, perché non è più alimentato. Basta che ciascuno faccia un passo avanti ogni giorno per smettere di nutrire ciò che non desidera più alimentando invece ciò che vuole accada sulla terra: un passo alla volta, un passo dopo l’altro…”

Corrado Ceschinelli