Tatiana mi cerca telefonicamente per un problema di peso. Approfitto di questa magnifica estate e fisso un appuntamento al mio solito bar, che per l’occasione diventa il mio punto di colloquio preferito. Sono in ritardo. Il periodo ferragostiano e la calura di questi giorni trasforma Pinzolo in una piccola metropoli caotica e anche i piccoli spostamenti si fanno complicati. Quando arrivo Tatiana mi accoglie con un grande sorriso, mi guarda dritto negli occhi e sfodera una vigorosa stretta di mano.

FOTO-1-bisPer uno abituato a decodificare molti segni, simboli e gesti questa presentazione sa già di presenza e di disponibilità. Lo dico perché le persone sono sempre più “spente” e questo avvilimento contagia molte manifestazioni esteriori: sguardo, espressione del viso, tono della voce, postura e disponibilità al contatto fisico; per non parlare degli stati d’animo e dei risvolti interiori. Basta sedersi e osservare per rendersi conto di quello che dico. Se si riconosce questa energia, che è la pulsione che anima le cose che vivono, c’è da chiedersi veramente dove può essere finita, da cosa può essere mortificata, cosa impedisce il suo libero manifestarsi. La vitalità, l’umore, il pensiero positivo (per dirla in un’accezione moderna) sono tutti presupposti dell’energia vitale e oggi sappiamo quanto interagiscano con l’attività dei geni e dei sistemi di difesa tanto da contribuire in modo significativo alla salute e al benessere psicofisico…

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