Ed eccoci qui, travolti (si fa per dire) da un insano destino, al nostro primo (e speriamo ultimo) Natale Covid. In un colpo solo l’umanità intera in ginocchio, difronte a qualcosa che non risparmia niente e nessuno. Che sia pensato, voluto, casuale, ingigantito o sminuito, poco importa. In un modo o nell’altro, crolla un castello di carta. L’avidità umana, l’idiozia umana, paga il prezzo del non rispetto, del non amore. Tutto ci riporta a una riflessione profonda sul senso e sulle leggi della vita, mettendoci davanti alla follia di una civiltà irriguardosa e offensiva, anche se non mi pare che sia in atto un processo di riconoscimento e ammissione delle ragioni profonde del nostro disallineamento. E aggiungo che non potrebbe essere diversamente, in quanto l’allontanamento dalla verità, e dalla realtà, è talmente totalizzante e generalizzato da farci immedesimare e convincere della nostra stessa alienazione. Un circolo vizioso del quale siamo vittime un po’ tutti, che ha finito per rendere credibile un’idea del mondo così come siamo abituati a pensarlo e a vederlo, senza immaginare minimamente la sua ricaduta in termini di salute, felicità, dignità umana, per non parlare degli equilibri stessi del pianeta. Insomma, una follia universale che è diventata cultura di vita, ma anche politica, economia, medicina, educazione, ecc. Una cultura che, mancando della visione e della considerazione necessarie, nutre e alimenta proprio i presupposti paradossali della sua sopravvivenza, creando sofferenze di ogni genere.
Al venire meno dei principi spirituali (chi siamo e cosa siamo chiamati ad essere) e delle leggi di Natura (a cosa apparteniamo e come funzioniamo) abbiamo fatto scempio della vita e della bellezza, e oggi ci tocca il difficile compito di un cambiamento epocale: gettare le basi per un futuro di fratellanza e di solidarietà, trasformando il principio dell’avere in principio dell’essere, mettendo il potere della conoscenza e del libero arbitrio a favore della pace e del diritto alla vita.
Il Covid, al di là degli aspetti epidemiologici e sanitari, solleva questo tema. E lo solleva in modo inequivocabile, chiamando in causa la coscienza degli uomini. Pensare che sarà un vaccino a risolvere questi problemi di fondo, è l’illusione delle illusioni. La partita vera per il futuro si gioca su questa questione, e prima che dall’azione del governo passa dal risveglio di ognuno di noi. Ad ognuno quindi la straordinaria occasione di “essere il cambiamento che si vorrebbe vedere nel mondo”, come ha detto molto bene Gandhi.
Questa verità ha bisogno di essere fatta propria per incontrare un’intelligenza che ha altre logiche, altre intenzioni, secondo leggi che sono dell’Universo intero e parte di ognuno di noi. Le riduzioni e le arroganze dell’umanità hanno creato la civiltà della perdizione, l’economia del massacro, la cultura della paura e della discriminazione: un humus sociale che addormenta e addomestica le nostre coscienze. Scoprirlo è una liberazione, una benedizione e l’inizio della redenzione dai nostri mali. E allora, mentre ci apprestiamo a immergerci nel Natale, nelle sue atmosfere (che adoro da sempre) tra icone, musiche, ricordi e nostalgie, partendo proprio dal suo significato più profondo e simbolico, che parla di nascita, di ri-nascita, mai come in questo periodo, al capolinea di una civiltà fasulla e menzognera, si levi forte la mia gratitudine e l’augurio più sentito che posso fare a chiunque: che questa verità la possiate riconoscere, la possiate praticare, la possiate vivere, nel vostro interesse e nell’interesse di tutti.
Con tutto il mio cuore, buon Natale a tutti.