Sono sempre più convinto che l’errore principale, del quale siamo un po’ tutti vittime, è l’uso improprio della mente, della ragione. Agli esseri umani è toccata questa “croce/delizia”, questa caratteristica del cervello che corrisponde alla capacità di pensare, di scegliere. Il problema nasce nel momento in cui, a questa facoltà, viene affidata tutta l’intelligenza necessaria per vivere, senza rendersi conto dei suoi limiti e di quanto possa essere manipolata e condizionata.


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“Pensare” di essere, di diventare o credere a questo o quello – attenendosi a regole comportamentali, conformandosi a modelli sociali – prima di essere ciò che la nostra natura ci richiede, è una perdita inimmaginabile di autenticità, di spontaneità, di semplicità, di “verità”, che si traduce in un’aberrazione generale del vivere con tutti i risvolti problematici che riguardano il genere umano. L’energia sottile che anima ogni creatura vivente, che porta a compimento ogni progetto di vita, vuole lo spazio della libertà, non sopporta di essere negata, tantomeno di essere governata. Credete veramente che un’intelligenza capace di amministrare l’universo, miliardi di cellule e di processi, possa sopportare la nostra interferenza, l’azione turbativa dei nostri pensieri e dei nostri ragionamenti? Chiedo sempre alle persone che incontro: “Cosa saresti senza tutti quei pensieri, quella memoria, quei ragionamenti?” Nessuno sa rispondere, perché nessuno sa più che cos’è, non lo immagina nemmeno… Eppure in quel silenzio, in quel vuoto, sarebbe possibile far agire un codice, una sensibilità, che appartiene al creato, che non ha tempo e schemi se non l’attitudine, realizzativa e protettiva del nostro bene…

(continua su “Cambiamente” – in libreria o online)