“Sono in crisi! per… con…, sto male… lei mi può aiutare?”. Molto spesso chi mi cerca comincia con questa domanda. Questa espressione è il segno sintomatico di un processo che proverò a spiegarvi, a prescindere dallo specifico disagio in questione. Il problema è che, generalmente, non si è per niente attrezzati, sia per comprendere il senso del malessere, che per capire come superare quel momento, quel impasse, quella sofferenza, diventando più forti e più vitali di prima.
Ma che cosa rappresenta allora la crisi? Semplifichiamo le cose… se un masso costringesse una pianta a crescere in maniera deformata, anomala, impropria, nessuno si sognerebbe di curare solo gli effetti collaterali causati dall’oppressione del masso ma, riconoscendo alla pianta le sue proprietà naturali di sviluppo senza brutture e storture, sicuramente sposteremmo, per prima cosa, proprio quel masso. Più complessa, ma analoga nel principio, è la valutazione delle condizioni ambientali della pianta, perché questa presuppone la conoscenza della sua fisiologia e l’analisi di tutti quei fattori che possono influenzare il suo processo di crescita: una coerenza che si misura poi nello stato di “salute” e nella durata della pianta stessa. Chiamiamo “crisi”, quindi, un’interferenza negativa che impedisce il naturale affermarsi della vita, e più in generale, di ogni fenomeno. Se rimaniamo nell’esempio del masso e dei fattori ambientali della pianta, ogni incongruenza diventa un elemento di conflitto, e solo la sua rimozione ripristinerà il suo spazio e il suo principio vitale. Possiamo così dire che ogni tipo di difficoltà e di sofferenza sono le risultanti di una criticità contro la natura degli accadimenti, e che il loro manifestarsi viene proprio dall’incoerenza delle circostanze…
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