Il processo è inarrestabile, che ci risulti o meno, e va oltre il contesto attuale e il suo manifestarsi tra pandemia, fenomeni atmosferici, conflitti internazionali, pochezza culturale, crisi dei mercati, speculazioni finanziarie, insomma oltre questa mala-civiltà. Per comprenderlo appieno, per attraversarlo indenni, per contribuire a favorire questo “salto quantico”, che riguarda più un passaggio energetico/vibrazionale dell’Universo che una questione politica, occorre un certo stato di coscienza, una visione, una chiave di lettura che contempli ciò che questa stessa “civiltà” ha ottenebrato, dimenticato, offeso. Occorre quindi un’apertura, un “risveglio”, che ci liberi da un grande equivoco, da un “difetto” di interpretazione della vita così come è andato costituendosi, da come ci è stato raccontato, tramandato e fatto vivere, nostro malgrado – e aggiungo – malgrado tutti. Una realtà così lontana dalle “leggi” e dalla verità da provocare molta sofferenza, conflitti di ogni genere, difficoltà e disorientamento.
Questa epoca si è costruita intorno a questa castrazione, bloccando sul nascere (è proprio il caso di dirlo) uno sviluppo sano e armonioso della persona. Siamo al capolinea di questa visione e pratica distorta della vita per la quale la pandemia e tutta la sua declinazione è solo il momento ultimo di questa follia. L’immagine e la percezione che ognuno ha di sé è talmente condizionata e manipolata che è comune l’idea di essere così di “carattere”, che tutto è “normale” perché così fan tutti, affezionati come siamo al nostro personaggio, al suo ruolo, al suo status, che ogni altra considerazione o ipotesi è lontana anni luce dal farci interessare alle cause vere del nostro malessere. Non siamo capaci di chiederci se quello che mangiamo offenderà la nostra costituzione (nonostante le dimensioni apocalittiche delle malattie degenerative) figuriamoci se siamo in grado dubitare del nostro pensiero e delle nostre opinioni. In realtà, siamo molto di più di quello che crediamo e di quello che ci hanno fatto credere e avremmo tutto l’interesse a scoprirlo, per riprendere in mano la nostra vita insieme a quel viaggio evolutivo che ci è chiesto di fare, per magnificare la nostra forza vitale, la nostra vera essenza, e prepararci così al “nuovo mondo”.
Siamo alla resa dei conti, più per volere “divino” (… sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra…) che per merito della mente umana, se per divino intendiamo un disegno che va oltre ogni arbitrio di questa perversa umanità e che preme per questo adeguamento evolutivo, per questo allineamento energetico. Questa è l’unica via che siamo chiamati a percorrere per la nostra riconciliazione, con noi stessi, con gli altri e con il tutto di cui facciamo parte, ma anche l’unica via per riportarci nella dimensione del benessere, della serenità e della pace, essendo queste le prerogative della vita stessa.
L’esistenza, lontana dalla dimensione sacra e potente che la caratterizza, è finita in una spirale di tradimenti e ferite, adattamenti e dipendenze, illusioni e compensazioni, condizionando il nostro “essere”, in modo improprio e innaturale, e si trova, di conseguenza, a fare i conti con questa alienazione sia sul piano del pensiero che su quello del comportamento. Una personalità così distorta e permeata dalla paura e dalla rabbia non può che manifestare odio e rancore, separazione e discriminazione, l’esatto contrario della nostra vocazione naturale e spirituale incline alla relazione, al mutuo aiuto, alla solidarietà. Siamo nel pieno della bagarre, della transizione. Le menti soggiogate dal pensiero unico, tormentate dal vissuto personale, che non si sono in qualche modo risvegliate, non potranno né capire, né rendersi conto, di ciò che realmente sta accadendo: è un piano per loro incomprensibile. Saranno sempre più nel panico ed evocheranno di tutto e di più pur di salvaguardare la loro sopravvivenza e la loro identificazione.
Andrea Scanzi, noto opinionista e social influencer, a proposito di una denuncia subita da Enrico Montesano scrive: “Io sono narciso di mio, ma se mi date pure questa “medaglia al valore” poi finisce che sfondo l’iperspazio e varco con l’ego tutti i confini di ogni galassia”. Il problema non è tanto quello che dice Scanzi, o qualsiasi altro “malato di protagonismo” (ce l’ho con il “peccato” e non con il “peccatore”, ovviamente) ma ciò che impressiona è il seguito e il consenso che raccoglie, che è esattamente la misura del difetto imperante, che lega inconsciamente ogni manipolatore ai suoi manipolabili, come è sempre stato in ogni forma di idolatria.
L’errore più grande che si può compiere, in questa fase, è di cadere in questo equivoco e di credere che la “battaglia” si svolga nella contrapposizione – pro o contro – o nella esternazione, che di nuovo è un dispendio energetico che rallenta e impedisce la propria riflessione e di sperimentare ora, subito, un altro modo di essere, di pensare e di vivere. Un cambiamento che per essere in linea con la frequenza energetica del nuovo mondo dovrà passare dalla coscienza, da una nuova, quanto antica, idea di Sé, che contempla la propria anima e il senso stesso dell’esistenza terrena. Non sto dicendo che non si possa commentare la realtà nel suo attuale manifestarsi, oppure che sia sbagliato battersi per smascherare le malefatte e gli intrallazzi del sistema o, quando ci è data la possibilità, di condividere con gli altri questa verità. Tutt’altro.
Quello che è molto importante è imparare a vedere le cose con la distanza necessaria. Si tratta di “lavorare” onestamente su di Sé per scoprire chi e cosa siamo veramente, per natura e volere di “Dio”, non certo per quello che ci è successo o che ci è stato imposto. L’essere umano è chiamato ad evolvere perché così è scritto fin dai tempi di Cristo, perché così è scritto nelle leggi dell’Universo. Questa è una fase epocale straordinaria che solo apparentemente sembra caratterizzata dagli accadimenti. In realtà si stanno muovendo forze che sono, e saranno, comprensibili solo a chi ha cominciato, o comincerà, a comprendere la portata di questa trasformazione e se ne farà testimone e ne sarà partecipe. È in questo momento che possiamo smetterla di preoccuparci, e possiamo guardare al domani con grande fiducia, ottimismo e gratitudine.
Corrado Ceschinelli