Da qualsiasi parte si giri, la parola “consapevole” risuona come un mantra o come un’esortazione per le sorti del nostro destino. Alimentazione consapevole… dimagrire con consapevolezza… consapevolezza e ricchezza… genitorialità consapevole… consapevolezza emozionale… consumo consapevole… e così via.
Wikipedia (l’enciclopedia più accreditata in rete) alla voce consapevolezza dice:
“La consapevolezza fornisce il materiale “grezzo” a partire dal quale gli animali possono sviluppare delle idee soggettive circa la loro esperienza; il passo successivo alle idee è arrivare a scoprire la parte inconscia, diventando integralmente conscia: questa è l’illuminazione. L’uomo è l’unico animale che può raggiungere questo stato (il picco più alto di consapevolezza)”.
Forse poteva essere detto in maniera più comprensibile. La consapevolezza effettivamente ci riguarda in quanto esseri umani, è un aspetto della nostra coscienza. Siamo gli unici ai quali è data facoltà – e dovere – di rendersi conto di questa magia/mistero che è la vita. Gli altri animali, o organismi, sono e vivono semplicemente, senza se e senza ma: non ragionano, non decidono, non stabiliscono regole, leggi, consuetudini, in una parola, cultura. La consapevolezza è il processo che ci riporta verso questa realtà ed è l’unica strada per raggiungere e magnificare uno stato potenziale dell’essere che può risultare solo, e altrettanto semplicemente, dal riconoscere questa verità e dall’adottare un sistema di vita e un atteggiamento coerente con la nostra costituzione. Per prepararci a capire come il condizionamento possa alterare la percezione e mortificare l’esistenza basta pensare a quegli animali che, avendo a loro volta sviluppato certe aree del cervello, sono addomesticabili o manipolabili attraverso la cattività o l’ammaestramento. Siamo talmente abituati a pensarci separati dal tutto e a giudicare questo “tutto” come subalterno e sfruttabile a nostro uso e consumo, che se domani mattina una qualsiasi specie, supponiamo i cavalli, che noi consideriamo inferiori o alla nostra mercé, cominciassero a comportarsi come noi umani, sicuramente questo paradosso ci riporterebbe alla “consapevolezza” più di quanto la nostra mente, così condizionata, sia ormai capace di fare. Il tema della consapevolezza, della coscienza, della spiritualità, dell’anima, ha sempre accompagnato la riflessione degli uomini e ci sono state epoche e civiltà dove questo legame era conservato e praticato attraverso tradizioni e rituali di forte interazione con l’energia dell’Universo. Adesso siamo, da una parte nel momento di maggiore alienazione e separazione, e proprio per questo di grande sofferenza personale e sociale, dall’altra, con il favore della sofferenza, della tecnologia e della stessa scienza si stanno riaprendo le porte della riflessione esistenziale tanto da capire l’errore di fondo che attanaglia le nostre coscienze e le nostre vite. Consapevolezza significa quindi rendersi conto del condizionamento culturale ed educativo subito e con esso il senso del proprio disagio e delle proprie difficoltà; significa liberare le proprie capacità e riprendere il proprio cammino evolutivo; significa sviluppare responsabilità e coerenza nei comportamenti; significa elevare naturalmente la propria esperienza verso emozioni quali la gratitudine, la compassione, il perdono; significa vivere nell’amore e nell’abbondanza e avere dalla vita stessa, dall’Universo ciò di cui abbiamo bisogno per vivere felici, nella gioia e nella leggerezza. È così che funziona, oltre il delirio di onnipotenza e oltre l’arroganza della ragione! È talmente vero che ce lo ricordano la stessa fisica quantistica, le neuroscienze e l’epigenetica, con dovizia di argomenti e sperimentazioni. La dimensione dell’esistenza si sposta su piani invisibili dove pensieri ed emozioni, insieme ovviamente alla responsabilità delle proprie decisioni e comportamenti, diventano la chiave e il segreto del successo, della salute e della soddisfazione, in ogni campo e in ogni dove. La prova di quanto sia vero, è nel suo contrario: vivere nella paura, nella rabbia, nella colpa, mangiare cibo inadeguato e adottare uno stile di vita innaturale, ancora prima di credere al tema delle frequenze, della sintonia, della legge di attrazione. Non mi pare si possa pensare che siano le migliori condizioni per aspettarsi prosperità e benessere. La maggior parte delle nostre azioni, nell’arco della giornata, le compiamo senza pensare a cosa sta succedendo nel nostro corpo e nella nostra mente. Se ogni tanto riuscissimo ad aggiungere un po’ di consapevolezza, forse, ci sarebbe più facile comprendere la nostra vita, aumentare la conoscenza di noi stessi e capire cosa sta succedendo dentro di noi, ma soprattutto considerare i problemi per ciò che sono: opportunità. E allora, forza: c’è solo bisogno di rendersene conto e di vivere una vita consapevole.